La solitudine condanna o risorsa?

Se a volte soffri di solitudine , puoi imparare a stare solo e a fare qualcosa di grande per te stesso. La solitudine è una condizione che prima o poi si presenta quasi inevitabilmente nella vita di ognuno di noi, tutti noi siamo prima o poi soli e cerchiamo di nasconderlo questo sentimento perchè spesso ce ne vergogniamo. Anzichè tentare di nascondere la solitudine vi spieghero’ come è possibile trasformarla in un’opportunità di crescita. Pensiamo a quando la solitudine è apparsa come una compagna silenziosa di momenti nei quali abbiamo affrontato un improvviso cambiamento : l’isolamento da pandemia, un lutto, una separazione, la perdita di un amore, il cambiamento di status magari dovuto ad un fallimento oppure alla perdita del lavoro, una malattia che ci ha reso più fragili e timorosi mettendo in discussione l’immagine che ci eravamo creati sino a quel momento di noi stessi.

In queste situazioni, improvvisamente la nostra identità sembra frantumarsi , alcuni si attaccano disperatamente a qualcuno o a qualcosa come stampella per sollevarsi velocemente da questo dolore, altri invece si ritirano nel tentativo di ritrovare e ricostruire un nuovo progetto di vita, passando dei momenti soli con noi stessi, isolandoci per comprendere e “incubare” un nuovo progetto di vita e un nuovo equilibrio. In queste circostanze il dolore della solitudine puo’  diventare una risorsa perchè è proprio da quella sensazione di tristezza e isolamento che puo’ nascere dentro di noi , come un germoglio, il bisogno di reagire. Finalmente un giorno usciamo dal nostro isolamento, tendiamo la mano a quell’amico o a quell’invito e ci riaffacciamo alla vita uscendo da quel guscio di tristezza, ognuno con i propri tempi, ritrovando gradualmente la gioia di vivere e facciamo di nuovo progetti. Quando invece non riusciamo a scrollarcela di dosso la tristezza e la solitudine entra a pieno titolo nella nostra vita, prende il sopravvento, governandola, cii ritroviamo improvvisamente isolati e quasi non ce ne rendiamo conto, forse è perchè non abbiamo avuto la forza di reagire a quell’evento che ci è successo o perchè troppe cose difficili da affrontare ed eventi dolorosi si sono susseguiti a catena ed hanno limitato una ripresa vitale e l fiducia nella vita bloccando i nostri progetti e pregiudicando il nostro equilibrio.

Ci ritiriamo dalla vita per difenderci da un mondo che ora ci fa paura, per proteggerci e  non subire altre delusioni; non cerchiamo più gli altri e non ci facciamo cercare confermando a noi stessi ,come in una profezia che si auto avvera, che a nessuno interessi la nostra storia , ci chiudiamo come in un bozzolo per proteggerci e per proteggere gli altri dal nostro dolore. Ecco che la solitudine crea un blocco, una morsa agghiacciante, rassicurante e mortifera, una gabbia nel quale ci mettiamo, ci giustifichiamo e dal quale non vorremmo mai uscire. Così ci sentiamo inesorabilmente soli con la certezza che nessuno ci salverà.

Quando la sofferenza aumenta, il disagio sale e mancano le parole per dirlo, può affiorare la consapevolezza che possiamo uscire da questa sofferenza se e solo abbiamo il coraggio di ammettere che possiamo fare qualcosa per noi stessi. Chiediamo aiuto rivolgendoci ad un professionista quando non riusciamo ad andare avanti da soli come si vorrebbe e riceviamo quell’aiuto e comprensione che ci darà finalmente l’opportunità di fare un percorso di crescita, solo per noi stessi.

 

Puoi superare la condizione di solitudine partecipando ad un gruppo terapeutico ( vedi. Gruppo “Conosci te stesso”); confrontandoti con gli altri partecipanti che rivelano preoccupazioni ed esperienze simili alla tua potrai sentirti riconosciuto . I partecipanti  , nella condivisione dei propri vissuti, riferiscono di sentire un maggiore contatto con il mondo e parlano di questo processo come di un’esperienza che li fa sentire ancora vivi e che fa rinascere il desiderio e  la fiducia nella vita.