Vivere con la malattia: prendersi cura del caregiver

  • Il sostegno psicologico ai malati oncologici  e ai caregiver: Intervento per l’Associazione Luca Ometto Onlus 31 Marzo 2021

Offrire uno spazio di ascolto e sostegno psicologico sia a chi si trova ad affrontare una malattia, sia ai familiari, non puo’ prescindere dall’occuparci degli effetti psicologici che la diagnosi di malattia genera su quella persona, sia delle relazioni che la persona ha con gli altri e con il suo mondo.

L’approccio

Quando ci occupiamo di malattia non ci riferiamo solo ad un corpo che si ammala, non facciamo una distinzione tra mente e corpo ma significa occuparci del corpo, della mente e dei pensieri, delle emozioni , paure e vissuti che l’ accompagnano , significa occuparci dei pensieri intimi, di ciò che è invisibile agli occhi, ma che agisce e interagisce con l’ambiente creando ansia e stress che influisce e modifica l’assetto delle relazioni personali. E’ proprio a partire da come si percepisce che si agisce. Quindi ogni persona reagisce a proprio modo alla malattia con il proprio bagaglio di esperienze e il proprio stile di adattamento agli eventi stressanti. È veramente difficile trovare le parole e descrivere l’impatto emotivo che la diagnosi di malattia apporta nella vita di una persona pero’ pensiamo ad  un trauma, uno shock accompagnato da sentimenti di incertezza, sofferenza, umore depresso e a volte panico. 

La famiglia infatti agisce come primo supporto, di aiuto, stimolo, sostegno e di ancoraggio alla vita, il legame con il “dovere” di lottare e di farcela

Il sostegno

Fornire un sostegno psicologico significa trovare uno spazio privato dove poter condividere tutto cio’ che è inconfessabile e che a volte è difficile riconoscere a se stessi: paure e angosce intollerabili e tristezza che nella condivisione possono trovare nella condivisione voce e alleggerire il peso della malattia , fare fronte alla rabbia dovuta al senso di ingiustizia che in questa condizione viene spesso provato: perché proprio a me? Molti non riescono ad elaborare e superare questa fase di shock, rimangono fissati e bloccati nelle proprie energie, non riescono a riprogettare il futuro, si sentono rassegnati e sottomessi per questo l’intervento psicologico ha l’obbiettivo di rimettere in circolo o attivare queste risorse, strategie ed energie vitali nuove per riorganizzare la vita e per fronteggiare i vari step della malattia, spesso faticosi, frustranti, dolorosi per gestire e diminuire lo stress di cambiamenti continui che richiedono sempre un nuovo adattarsi e ricreare una nuova routine.

La famiglia

La famiglia si trova talmente coinvolta con il paziente che la sua malattia diventa la malattia della famiglia perché è proprio in quelle strette relazioni intime e in quell’ambiente che il paziente vive la sua esperienza da cui riceve sostegno e con cui ci dobbiamo confrontare. La famiglia infatti agisce come primo supporto, di aiuto, stimolo, sostegno e di ancoraggio alla vita, il legame con il “dovere” di lottare e di farcela ed è per questo che chiede supporto e uno spazio dove poter essere ascoltati e capiti senza giudizio. Per questo è importante offrire un sostegno psicologico ai familiari , i “caregiver”,coloro che si prendono cura del malato per aiutarli a scoprire come farcela al meglio delle loro capacità e attivare quei cambiamenti quotidiani che possano diventare una risorsa per se e per il malato. Spesso però devono stare in silenzio, non possono occuparsi di sé stessi, devono negare il proprio dolore e le proprie paure e difficoltà per non essere di peso agli altri, mentre gli equilibri familiari cambiano essi devono continuare a svolgere un ruolo attivo di sostegno e di cura con il malato facendo i conti ognuno con la propria storia di attaccamento e perdita.